La morte di Ivan Il’Ic

CON Luca Brancato e Anna Mastino

REGIA E DRAMMATURGIA Giovanni Mongiano

SCENOGRAFIA Ronaldo Farolfi

Un attore, in tournée, nel suo camerino si prepara per la replica serale. Mentre fa qualche esercizio di riscaldamento, la serva di scena se ne sta in un angolo con un libro tra le mani. L’attore, incuriosito, fa leggere la ragazza ad alta voce. Comincia un gioco, il camerino si anima, l’attore indossa un frac e va a far visita alla vedova… I due si divertono. Siamo finiti in una commedia di Gogol? Ora l’attore sembra appassionarsi alla storia del povero Ivan Il’ic (l’interfono gracchia che manca mezz’ora e manda un’orribile musichetta), assecondato goffamente dalla ragazza, e sembra dimenticarsi degli spettatori che lo aspettano là fuori. A poco a poco il camerino prende un’altra forma. Che succede? Perché l’attore adesso sta male? O è Ivan Il’ic? Prende medicine, riceve la visita di illustri dottori… La moglie e la figlia invece stanno per andare a teatro, che combinazione… Compare Niusha, no, non è la serva di scena, o magari sì, gli tira su le gambe, gli parla dolcemente. Il camerino non c’è più, l’attore è sparito, di fronte ai nostri occhi c’è Ivan Il’ic, o semplicemente un uomo come tanti. E Niusha allora chi è? Ecco, è la fine… Anche l’interfono si è commosso, ma gracchia l’ineluttabile “Chi è di scena!”. Una dolce e terribile riflessione sulla morte, dentro un lieve gioco di teatro nel teatro.

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